ARAGO
Arago srl nasce come azienda di abbigliamento uomo made in italy nel 2008 con una collezione di ispirazione nautica di outerwear tecnico. Da allora si è sviluppata negli anni fino ad approdare ad un total look per uomo nella collezione p/e 2015.
Arago propone una idea di abbigliamento basato su comodità e qualità, un look giovane e disinvolto e una sartorialità italiana che permane tutti gli articoli e si identifica nei tagli inusuali, nelle stampe originali e nelle linee che abbracciano la figura senza costringerla. Arago parla di viaggi, di storie e di persone che li popolano e vuole portare il proprio estimatore a distinguersi in ogni occasione.
In realtà le origini del marchio e dell'idea alla base di tutte le collezioni si perdono nella storia degli ideatori del brand. Di seguito viene proposta una descrizione romanzata dell'avventura che ha portato alla sua creazione
STORIA ARAGO
E' nel lontano 1340 che la nostra storia ha inizio. In quel tempo due giovani ardimentosi, tali fratelli Lamanna, vollero spingere la loro sete di avventura ai limiti del mondo all'ora conosciuto. Dotati di intraprendenza e di una buona dose di follia, nonché obbligati dalle umili condizioni sociali, i nostri decisero di lasciarsi alle spalle la piccola bottega da sarto del padre per inseguire il percorso dei neonati commercianti alla ricerca di nuove stoffe e materiali nel lontano oriente.
A quel tempo l'Asia era considerata la mecca degli avventurieri, così ricca di premi ma anche di grandi pericoli. Nel loro viaggio durato diversi anni attraversarono l'immenso continente, fermandosi di tanto in tanto presso la corte dei sultani e dei califfi. Rimasero affascinati da ciò che incontravano, fossero queste lingue, usi o abitudini orientali, ma sopra ogni cosa, da buoni italiani, sperimentarono i sapori e aromi della speziata cucina asiatica, attingendo a piene mani da questa e fondendola con le proprie tradizioni culinarie. Si procurarono il sostentamento facendo ciò che a loro meglio riusciva: confezionare abiti e accessori. Questo gli permise di crearsi una gran fama, essendo l'arte italiana così esotica agli occhi di quei lontani popoli. Giunti alla corte degli Yuan di Cina decisero di fermarsi e approfittando della notorietà acquisita lungo il viaggio, si stabilirono a Pechino.
Passarono gli anni, e con essi aumentò la fama dei nostri fratelli, tanto che un dì decisero di far ritorno alla loro umile bottega, con l'intenzione di trasformarla in un vero e proprio atelier. Il viaggio di ritorno fu una odissea. Partiti da Pechino raggiunsero il mare giallo, e di qui si imbarcarono per proseguire verso le coste dell'India, l'Arabia e l'Africa. Ovunque andassero pagavano l'ospitalità dei regnanti con tuniche e mantelli di sete e broccati dai colori sgargianti, e ovunque approdassero le corti si litigavano i due sarti.
La navigazione in quelle acque sconosciute fu possibile grazie alle strumentazioni orientali, all'avanguardia rispetto alle conoscenze dell'epoca buia europea. Giunti in Italia vennero salutati come grandi avventurieri e navigatori. Soprattutto però introdussero diversi articoli nel mercato medievale europeo: sete e tessuti di incalcolabile valore oltre a spezie e aromi provenienti da tutta l'Asia, e costruirono una solida rete commerciale con l'oriente per la loro importazione. Nostalgici dei sapori orientali affiancarono al loro nuovo atelier una piccola osteria, inedita all'ora, primo vero esperimento di fusione tra le due tradizioni culinarie.
Di qui la loro fama perdurò per diverse centinaia di anni, passando di generazione in generazione, fino ad affievolirsi agli inizi del XIXsec.
E' con il giovane Peppino che il sangue Lamanna riemerge. Egli conserva ancora le antiche bussole in magnetite dei suoi avi, esposte nella sua piccola bottega di orafo. La sua arte è retaggio della creatività dei fratelli, e la sua intraprendenza lo porta a viaggiare per il bel paese, prediligendo le vie marittime.
1934 _ Durante l'era fascista il giovane viene arruolato nelle forze militari e spedito in Etiopia. Pur essendo un semplice caporale si fa ben volere dai commilitoni in più occasioni, ma una rimane storica!! Rimasto senza provviste nel corso dell'assedio di Adis Abeba, Peppino riesce a nutrire tutto il suo battaglione mescolando i miseri ingredienti indigeni alle poche scorte di carne secca e fagioli, ricevendo i complimenti di più di un generale per aver salvato le truppe ( oltre che per l'ottimo risultato!) ( foto peppino con pentolone).
1939 _ Scoppia la Seconda Guerra Mondiale, e il nostro Peppino viene assegnato alla terza divisione corazzati, con il ruolo di capo meccanico. In questa veste riesce a sviluppare il suo amore per i meccanismi meccanici, le automobile e il loro funzionamento. Con i pezzi degli autocarri e dei veicoli distrutti si costruisce la prima motocicletta!
Terminata la guerra fa ritorno al suo laboratorio che purtroppo è andato perduto! Decide allora di stabilirsi a Bologna, dove ha conosciuto Laurina, la sua sposa. Per mantenersi nella nuova realtà post bellica, grazie alle sue conoscenze meccaniche, sviluppa un meccanismo per il trattamento e la lavorazione delle materie plastiche, con le quali produce piccoli astucci portabiberon, cappelliere e portafoto.
Nel mentre nasce suo figlio! Il piccolo mostra fin da subito tutte le caratteristiche proprie della famiglia Lamanna: sprezzante del pericolo si appassiona al mondo automobilistico e nautico, fugge spesso dagli obblighi scolastici per partecipare a lezioni di vela o a corse illegali. La sua irrequietezza lo porta ad abbandonare gli studi prematuramente e ad affiancare il padre nell'attività di famiglia.
Non pago dei magri ricavi, sperimenta un nuovo utilizzo dei materiali lavorati dal padre: di qui decide di partire per l'oriente e studiare l'applicazione del caucciu alla pelletteria. In un mondo all'ora dominato dalla pelle il prodotto del giovane, colorato e innovativo, supera ogni aspettativa portando la piccola azienda del padre al successo. Grazie al suo spirito imprenditoriale innato, il ragazzo riesce a stringere i primi rapporti commerciali con l'allora russia sovietica, in anticipo sui colleghi europei.
Durante l'ascesa della nuova fortunata attività la famiglia si allarga e in seguito al matrimonio con la giovane Luisa nascono due fratelli ( nomi ). Sembra di essere tornati agli albori, alla nascita della famiglia Lamanna. I due sviluppano ognuno determinate caratteristiche degli avi : chi predilige l'avventura e la spericolatezza, chi la passione per l'arte manifatturiera. Il primogenito si distingue nel mondo finanziario per la lungimiranza di alcuni investimenti, azzardati ma vincenti, e insegue il brivido dell'avventura affrontando pericolose gare motociclistiche in circuiti underground illegali. Il più giovane si confronta con il mondo della moda e acquista velocemente notorietà collaborando alle collezioni dei più famosi stilisti dell'epoca. A unire due esseri così diversi è la passione per il mare, la buona cucina e il comune gusto estetico.
2008_ E' in atto la più grande crisi economica conosciuta a memoria d'uomo e i fratelli Lamanna decidono di intraprendere una nuova avventura! Ispirati dalla riscoperta tradizione familiare uniscono amore per il mondo nautico e ricerca di nuove forme e materiali e creano la loro prima linea di abbigliamento. In ricordo del nonno Peppino prendono a prestito l'antica bussola in magnetite che ornava la modesta bottega da orefice e ne fanno il marchio della neonata azienda. Per il nome si ispirano a un loro vecchio parente, un lontanissimo avo vissuto agli inizi del quattordicesimo secolo, un ragazzo che col fratello aveva percorso le antiche vie della seta, spinto dal bisogno e da un pizzico di follia, e che grazie alle sue imprese aveva dato vita a una tradizione e una storia che perdura tutt'ora e che permea ogni creazione dei pronipoti.
Tutto questo è Arago. Un nome e 700 anni a rappresentare solamente l'avventura di una famiglia o la lunga e perenne ricerca dell'uomo e del suo posto nel mondo.